Va in scena la tragica epopea. Carrara – Teatro Politeama e speculazioni edilizie

Il Teatro Politeama di Carrara rappresenta la città in molteplici aspetti, intrecciando con essa vizi e virtù, propulsioni positive sia politiche che artistiche, ma condividendone anche aspetti di malaffare per gente senza scrupoli, nell’eterna lotta tra interessi pubblici e privati, tra collettivo e personale. Ha rappresentato la volontà di crescita urbanistica della città che si stava allargando e che oltre il vino e le cantine si pensava dovesse dotarsi di un teatro più grande, dove venisse impiegato meglio il poco ozio che il lavoro permetteva. O forse più realisticamente vi erano risorse da investire e affari da concludere. Da subito ha però visto anche la scaltrezza imprenditoriale, che nell’edificazione di fine Ottocento commise un abuso edilizio aggiungendo due ali laterali adibite ad uso abitativo.

Nel teatro si tenne il Congresso che sancì la nascita della Federazione Anarchica Italiana. Dal dopoguerra il ridotto del Politeama Verdi è diventato la sede del Germinal, uno spazio assegnato per meriti durante la Resistenza, direttamente dal C.N.L. all’indomani della Liberazione legando così la città all’anarchia in quanto origine della propria libertà, determinandone ancor di più l’identità e al contempo testimoniando la riconoscenza e il debito morale che la cittadina ha contratto con il movimento anarchico.

Il significato della presenza del pensiero anarchico a Carrara è riscontrabile nella concretezza di fatti storici significativi, come la riduzione dell’orario di lavoro in cava a sei ore e mezza e la fondamentale azione antifascista. Nel presente, un intervento politico fondato sull’azione e sulla difesa di valori come l’internazionalismo e la solidarietà. Nell’attuale rivendicazione e difesa di questi spazi ancora una volta ritroviamo quel profondo legame che unisce in maniera naturale gli anarchici a Carrara, perché nella difesa del Germinal e dell’Archivio vediamo la difesa di qualcosa che è collettiva e che è stata letteralmente scippata alla cittadinanza per interessi privati e affaristici. Quindi, assieme all’ideale anarchico che si respirava in quell’edificio, ai compagni e alle compagne che lo hanno frequentato, ha convissuto anche la speculazione, mossa per raggiungere interessi privati, per il “magna magna” nostrano degli affaristi. Gli imprenditori che cercarono di far buttare fuori dalla loro sede gli anarchici, testimoni scomodi dei loro abusi edilizi, con la scusa della ristrutturazione privarono il Teatro di spazi di manovra e poi delle uscite di sicurezza, continuando con gli abusi sovraccaricarono la struttura del Politeama tanto da minare le sue colonne portanti. Da quel momento, vista l’inagibilità della struttura, il movimento anarchico carrarino ha dovuto abbandonare gli storici locali, ma da allora nulla è cambiato, se non in peggio. Dal cedimento del 2008 della colonna del foyer altre lesioni si sono aggiunte, senza che ci sia stato nessun tentativo di ripristino, né che sia stato individuato nessun colpevole. Ora, con le forti piogge e la statica probabilmente compromessa del Teatro, si è registrata un’altra lesione ad una colonna, rendendo necessaria un’evacuazione ulteriore di parte dell’edificio. Sei famiglie sfollate e una strada che attraversa la città bloccata per pericolo imminente. Il 27 novembre ci sarà un incontro tra le parti in causa: Comune, inquilini, ditta edile e Comitato Politeama. Naturalmente saremo presenti come cittadini e come anarchici coinvolti in questa tragedia carrarina – senza un palco, ma probabilmente anche senza un lieto fine – di una città derubata di un teatro e di una collettività privata della sua memoria, rendendoci schiavi della distopica contemporaneità.

Gruppo Germinal

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